Cgil all’attacco della Diaco: tagliati 30 posti di lavoro
La Cgil Filctem è fortemente preoccupata su quanto sta accadendo alla Diaco, ‘impresa biofarmaceutica di via Flavia nella quale tra l’altro il sindacato ha fatto il pieno con tre “rsu” su 3, e chiede chiarezza sugli organici e sulle attività produttive. Come ha fatto notare la segretaria della categoria Sandra Modesti, qualche mese fa Diaco aveva un centinaio di addetti, la metà dei quali contrattualizzata a tempo determinato: oggi invece ne sarebbero rimasti non più di settanta, con un taglio quindi di trenta posti di lavoro.
Questo senza che Diaco abbia fatto nessuna comunicazione al sindacato, proprio mentre in questi mesi stava cambiando un po’ tutto, con il cuore della produzione che si sta spostando dal farmaceutico al cosmetico: una mission industriale modificata che evidentemente ha causato un cambio di prospettiva, ha avviato una politica di affidamento di servizi all’esterno, che interessa la manutenzione e la gestione del magazzino.
Da qui probabilmente la decisione che alcuni lavoratori non rientrano più nei programmi aziendali. Inoltre al vertice operativo della Diaco non c’è più l’amministratore delegato ucraino, Dimitry Arshynnikov, che aveva impostato la riapertura della fabbrica dopo il 2014, ora sostituito da Alan Zettin. Anche Simone Zaggia, responsabile delle risorse umane, non fa più parte della squadra. Insomma La Filctem, unica sigla attiva in azienda, non sa quali sono gli interlocutori e nemmeno gli argomenti sul tavolo. Finora, ha rilevato la Modesti – era filtrata dall’interno qualche perplessità , ma niente lasciava prevedereun così repentino mutamento strategico.