Covid 19, cosa sta succedendo nelle banche e nelle assicurazioni

Pubblichiamo un intervento di Elisabetta Faidutti, segretaria generale Fisac Cgil Fvg, per fare il punto della situazione su banche e assicurazioni in questo momento di emergenza Covid 19.

I SETTORI BANCARIO ASSICURATIVI, SERVIZI ESSENZIALI
I settori bancario e
assicurativo sono ritenuti servizi essenziali e come tali,
dall’inizio dell’epidemia, hanno continuato a svolgere le loro
attività  sul territorio, anche se non senza criticità .
Infatti, la mancanza
di dispositivi di protezione, problema comune a molti settori in
questo periodo, ha coinvolto anche il nostro settore e, sebbene il
flusso delle visite agli uffici bancari e assicurativi abbia avuto in
queste ultimi giorni un sensibile calo, il rischio del contagio è
stato e continua ad essere un problema e una preoccupazione
quotidiana. Per cercare di tutelare dipendenti e clienti, banche e
assicurazione abbiano messo in atto una serie di provvedimenti come
la riduzione di orario, l’apertura a scacchiera delle filiali
bancarie e delle agenzie assicurative, la chiusura di alcuni uffici,
e non per ultima l’apertura solo previo appuntamento in modo da
gestire nella maniera migliore possibile il flusso dei clienti.
COSA STIAMO FACENDO
COME SINDACATO
Le organizzazioni
sindacali nelle ultime settimane sono state particolarmente proattive
con le associazioni di categoria, ABI, ANIA, ANAPA e Federcasse e in
più momenti hanno sollecitato provvedimenti e seguito da vicino il
loro attuarsi. Abbiamo così potuto assistere a comportamenti
esemplari, a comportamenti al di fuori degli accordi di settore, e ad
azioni che purtroppo non sempre avevano come principale obiettivo la
tutela della salute ma rincorrevano solo il business. Nonostante
fosse stato necessario individuare e portare avanti solo le attività 
essenziali e su quelle impegnare la forza lavoro, in molte realtà 
qualcuno ha provato a portare avanti politiche commerciali normali in
altri tempi, ma decisamente fuori luogo quando si sta vivendo una
tale emergenza.
Altre incongruenze riscontrate riguardano la
gestione delle ferie imposte a gruppi di lavoratori che già  erano
stati “messi in sicurezza” con lo svolgimento dell’attività  in
smart working o in lavoro remoto. Come sindacato riteniamo questa
pratica illegittima e conferma di ciò ci arriva anche dall’ultimo
accordo sottoscritto con l’associazione datoriale.
La maggior parte del
settore ha però risposto bene ed è riuscita a garantire il servizio
inderogabile alla clientela cercando di operare in sicurezza, anche
grazie all’ingegno e alla competenza delle colleghe e dei colleghi
a cui va riconosciuto questo gran merito.
LA DELICATA
SITUAZIONE NELLE FILIALI
Ora ci avviciniamo
al 1° aprile, data in cui andranno in pagamento le pensioni negli
istituti bancari. Infatti, mentre le pensioni pagate per cassa dalle
poste hanno visto un anticipo nell’erogazione in modo da
scaglionare la presenza negli uffici postali dal giorno 26 marzo, per
le banche l’accredito delle pensioni è stato confermato per tutti
al 1° aprile.
Il mantenimento
della scadenza unica può essere dovuto al fatto che solamente 35.000
pensionati ritirano in contanti la pensione agli sportelli bancari,
una quota residuale se si pensa gli 850.000 utenti delle Poste.
L’Inps non ha quindi valutato questo come un numero potenzialmente
critico per la gestione della sicurezza; così facendo l’ente non
ha però tenuto in considerazione il fatto che molti pensionati,
sprovvisti di bancomat o poco inclini al suo utilizzo, si
presenteranno comunque allo sportello nel giorno dell’emissione
della pensione per ritirare il denaro in contanti, con il risultato
di creare, in questo delicato momento, una situazione potenzialmente
pericolosa. A questo dobbiamo
aggiungere che non tutti sono al corrente del recente protocollo
firmato dalle organizzazioni sindacali con ABI, l’associazione
delle banche, per gestire la sicurezza dei dipendenti e dei clienti
di questo servizio essenziale. L’intesa, datata 24 marzo, infatti
prevede che alle banche si possa accedere solo previo appuntamento e
nel rispetto delle condizioni di sicurezza (distanza di 1 metro,
utilizzo dei DPI o nell’impossibilità  di reperirli sistemi
alternativi quali schermi in plexiglass).
BANCHE SOLO SU
APPUNTAMENTO E SOLO SE NECESSARIO
Invitiamo quindi
tutte le pensionate e i pensionati che avessero deciso di riscuotere
in contanti la propria pensione in banca a telefonare alla filiale in
cui vanno di solito per avere informazioni su come comportarsi e
fissare un appuntamento; mentre invitiamo tutti coloro che ne hanno
la possibilità  ad utilizzare il bancomat per i prelievi. In caso
contrario il rischio sarebbe quello di assembramenti davanti alle
filiali, che sarebbero tra le altre cose inutili ai fini della
riscossione del contante perché, dovendosi attenere alle direttive,
le banche comunque non potrebbero far accedere tutti coloro che non
hanno preventivamente fissato un appuntamento.
Ora è importante
che tutti, banche, assicurazioni e clienti, in tutte le regioni (ci
sono stati infatti territori o istituti in questo più virtuosi di
altri) capiscano che è di vitale importanza il rispetto delle regole
che ci siamo dati per contenere la diffusione del virus, nel caso
delle banche ancora di più perché la scadenza del 1° aprile
coinvolge la fascia più a rischio della popolazione, quella dei
pensionati.
E, sempre a
proposito di scadenze e pagamenti, ricordiamo che il periodo di
comporto, cioè la proroga della copertura dell’RC auto se si
rinnova la polizza in corso, è stato portato da 15 a 30 giorni: non
serve correre in agenzia a rinnovare il giorno stesso in cui scade la
polizza, ma è consigliato sempre telefonare per fissare un
appuntamento o procedere al pagamento in altro modo, come ad esempio
con bonifico bancario.