La Cgil: la crisi economica a Trieste è ormai a carattere sistemico e generale

La
Segreteria della Cgil di Trieste ha svolto un’analisi della situazione
economica e sociale esistente in Provincia di Trieste in questa prima parte del
2013.
Si
evidenziano alcuni indicatori di tale situazione:
Il mercato del lavoro locale è segnato da un aumento del tasso di disoccupazione
generale
che passa dal 4,5 al 6,1; si evidenzia però che tale tasso nella fascia
di età  15 ““ 24 balza dal 24,1 al 30,5 e che sulla fascia 25 ““ 34 va dal 5,2 al
8 %.
La
fermata dell’economia è sottolineata dallo scarto in negativo del rapporto tra
avviamenti al lavoro e cessazioni pari a oltre 3.800 unità .
L’uso
degli ammortizzatori sociali conferma un tendenziale aumento 

louboutin femme pas cher
,
nike air max pas cher
,
sac longcham pas cher
,
nike air max tn pas cher
,
air max tn pas cher 
evidenziando come
circa 1.500 persone sono entrate nelle procedure di mobilità  e che la Cassa
Integrazione, nelle sue varie forme, ha interessato l’equivalente di 1.000
persone a tempo pieno, cioè almeno 3.000 persone.
E’
pertanto proseguita la riduzione complessiva dello stock degli occupati che
rispetto al 2007 (ante crisi) ha raggiunto la cifra del 7.700 unità .
Gli
indicatori più strettamente economici segnalano un complessivo rallentamento
dei fatturati, una caduta significativa nell’export, un rallentamento negli
ordinativi.
Alla
situazione dell’economia vanno aggiunte le forti preoccupazioni per gli effetti
della riduzione al contenimento della spesa pubblica decisa del Governo
Nazionale e imposta da quello Regionale.
Oltre
agli effetti, ancora da verificare fino in fondo, della cosiddetta spending review
si manifestano inquietanti segnali sulla difficoltà  di definire i Bilanci degli
Enti Locali in particolare.
I
limiti di spesa corrente e l’impossibilità  di spendere sul fronte degli
investimenti rischiano di avere effetti moltiplicatori su una crisi economica e
sociale di proporzioni mai viste.
Le
difficoltà  di spesa sul fronte socio ““ sanitario rischiano di impattare
negativamente su strati sociali sempre più vasti, già  in difficoltà  economica e
reddituale.
La
mancata rivalutazione delle pensioni, la necessità  da parte delle famiglie di
sostenere la vita dei giovani non occupati, la riduzione del reddito legato
alla disoccupazione o alla messa in cassa integrazione di migliaia di
lavoratori e lavoratrici, il mancato pagamento e dilazione delle paghe nel
tempo, il peso sempre più crescente sui conti delle famiglie del prelievo
fiscale e delle tariffe dei servizi, stanno determinando un vasto e progressivo
impoverimento, certificato dalla difficoltà  del pagamento delle bollette, dalla
richiesta pressante di aiuto a diversi soggetti a ciò deputati, da un evidente
calo dei consumi anche di generi di prima necessità .
La
crisi economica a Trieste ha assunto carattere sistemico e generale, un modello
economico sociale caratterizzato da una elevata terziarizzazione dell’economia
(85 % del PIL) non regge il nuovo contesto nazionale ed internazionale,
determinatosi
.
Gli
enormi nodi strutturali irrisolti (Ferriera – Porto), la necessità  di assumere
decisioni e soprattutto coerenti percorsi di intervento da parte di tutti i
soggetti politico ““ economici e sociali comporta una presa di coscienza generale
e ad una responsabilità  di tutta la classe dirigente di Trieste.
La
Cgil di Trieste ritiene che tale situazione ha bisogno di una azione politico
sociale di svolta, in grado di rimettere in moto l’economia. E’
necessario che la particolare e straordinaria condizione dell’economia di
Trieste abbia la dovuta attenzione nel quadro delle politiche regionali.
La
Cgil di Trieste chiede con forza alle istituzionali locali, alla classe
politica tutta, un salto di qualità  nell’affrontare la situazione non assumendo
un atteggiamento di lavoro ordinario perché invece di iniziative forti e
strategiche c’è bisogno.
La
Cgil di Trieste chiede un diverso atteggiamento delle Associazioni di Impresa e
dei datori di lavoro che fino ad oggi, nella crisi, si sono completamente
caratterizzate per un fragoroso silenzio.
La
Cgil di Trieste proseguirà , unitamente a CISL e UIL Confederali, l’azione di
rappresentazione dei gravi problemi evidenziati, anche proponendo le cose concrete
da fare.

La
CGIL di Trieste è impegnata in tal senso a proporre alla città  e al territorio
le linee di indirizzo per superare la crisi presentando anche qui  il Piano del Lavoro.
Bloccare
la perdita di lavoro, creare il lavoro, trasformare il cattivo lavoro in buon
lavoro sono i cardini di un’azione che impegnerà  il sindacato e i lavoratori
nel prossimo futuro.