L’allarme di Sincovich: 30mila triestini in difficoltà
Nel redigere il quadro sociale ed economico di fine 2015, il
segretario generale della Cgil di Trieste Adriano Sincovich lancia un allarme e
sottolinea che in città trentamila persone vivono «in difficoltà ».
Ecco un
resoconto dell’analisi di Sincovich, condita anche da cifre e statistiche: «Il contesto resta serio, le criticità non sono certo esaurite, perchè rispetto al periodo precedente alla grande crisi abbiamo perso 6mila posti di lavoro. È vero, se guardiamo a un paio di anni fa, ne sono stati recuperati 2mila su 8mila, ma sono solo il 25% di un patrimonio occupazionale duramente provato da
un settennato negativo. Trieste sconta lo squilibrio strutturale tra attività
terziarie, che rappresentano quasi il 90% del Pil provinciale, e attività
industriali, limitate al residuale 10%. Ritengo indispensabile un grande lavoro politico-istituzionale per realizzare nuove opportunità di crescita: per esempio spero che lo spostamento dei Punti franchi alle Noghere e sul Canale
navigabile vada in questa direzione. Su 46mila lavoratori pagati con “voucher” calcoliamo che 8-10 mila siano collocabili nell’area triestina, soprattutto nel comparto dei servizi e del commercio. Ma era uno strumento nato per il lavoro
agricolo”¦ Il Comune compie 7mila interventi annui di sostegno economico, alla Regione Friuli Venezia Giulia sono giunte circa 2500 domande per accedere al reddito minimo».
In sostanza, tirando le somme, trentamila triestini in difficoltà , perchè. a disoccupati e sottoccupati si aggiungono anche quei numerosi lavoratori che, nei processi di ristrutturazione aziendale, hanno sì
mantenuto il posto, ma al costo di sensibili ridimensionamenti salariali.
La Cgil è stata presente e attiva in tutte le difficoltà che si sono presentate, da Ferriera a Burgo, da Revas a Elettra, da Diaco a Cooperative Operaie, ma molto c’è da fare: «Nel 2016 ““ ha detto ancora Sincovich – dedicheremo rinnovata
attenzione alla tematica contrattuale. Tematica che riguarderà 5mila dipendenti della sanità pubblica e 3mila dipendenti degli enti locali, gli accordi di secondo livello in discussione alla Fincantieri, alla Wärtsilä, alla Siderurgica Triestina, alla Tirso. Senza contare la gestione degli appalti rinnovati nelle case di riposo e nelle mense, realtà non trascurabili dal momento che parliamo di 6-700 posti di lavoro. Un Piano regolatore imperniato sulle ristrutturazioni edilizie potrebbe ridare ossigeno a un settore dove
«aziende storiche sono fallite o in regime di concordato».
Infine il bilancio del 2015 sul sindacato: «Chiudiamo il 2015 con quasi 22mila iscritti e siamo presenti in circa 600 luoghi di lavoro. Siamo in crescita per quanto riguarda gli “attivi”, abbiamo problemi per quanto concerne i pensionati». Al tesseramento si aggiungono poi le cifre correlate ai servizi svolti: 30mila pratiche Caaf, 5 mila pratiche gestite dal patronato, 400 pratiche in mano al
settore vertenze.
segretario generale della Cgil di Trieste Adriano Sincovich lancia un allarme e
sottolinea che in città trentamila persone vivono «in difficoltà ».
Ecco un
resoconto dell’analisi di Sincovich, condita anche da cifre e statistiche: «Il contesto resta serio, le criticità non sono certo esaurite, perchè rispetto al periodo precedente alla grande crisi abbiamo perso 6mila posti di lavoro. È vero, se guardiamo a un paio di anni fa, ne sono stati recuperati 2mila su 8mila, ma sono solo il 25% di un patrimonio occupazionale duramente provato da
un settennato negativo. Trieste sconta lo squilibrio strutturale tra attività
terziarie, che rappresentano quasi il 90% del Pil provinciale, e attività
industriali, limitate al residuale 10%. Ritengo indispensabile un grande lavoro politico-istituzionale per realizzare nuove opportunità di crescita: per esempio spero che lo spostamento dei Punti franchi alle Noghere e sul Canale
navigabile vada in questa direzione. Su 46mila lavoratori pagati con “voucher” calcoliamo che 8-10 mila siano collocabili nell’area triestina, soprattutto nel comparto dei servizi e del commercio. Ma era uno strumento nato per il lavoro
agricolo”¦ Il Comune compie 7mila interventi annui di sostegno economico, alla Regione Friuli Venezia Giulia sono giunte circa 2500 domande per accedere al reddito minimo».
In sostanza, tirando le somme, trentamila triestini in difficoltà , perchè. a disoccupati e sottoccupati si aggiungono anche quei numerosi lavoratori che, nei processi di ristrutturazione aziendale, hanno sì
mantenuto il posto, ma al costo di sensibili ridimensionamenti salariali.
La Cgil è stata presente e attiva in tutte le difficoltà che si sono presentate, da Ferriera a Burgo, da Revas a Elettra, da Diaco a Cooperative Operaie, ma molto c’è da fare: «Nel 2016 ““ ha detto ancora Sincovich – dedicheremo rinnovata
attenzione alla tematica contrattuale. Tematica che riguarderà 5mila dipendenti della sanità pubblica e 3mila dipendenti degli enti locali, gli accordi di secondo livello in discussione alla Fincantieri, alla Wärtsilä, alla Siderurgica Triestina, alla Tirso. Senza contare la gestione degli appalti rinnovati nelle case di riposo e nelle mense, realtà non trascurabili dal momento che parliamo di 6-700 posti di lavoro. Un Piano regolatore imperniato sulle ristrutturazioni edilizie potrebbe ridare ossigeno a un settore dove
«aziende storiche sono fallite o in regime di concordato».
Infine il bilancio del 2015 sul sindacato: «Chiudiamo il 2015 con quasi 22mila iscritti e siamo presenti in circa 600 luoghi di lavoro. Siamo in crescita per quanto riguarda gli “attivi”, abbiamo problemi per quanto concerne i pensionati». Al tesseramento si aggiungono poi le cifre correlate ai servizi svolti: 30mila pratiche Caaf, 5 mila pratiche gestite dal patronato, 400 pratiche in mano al
settore vertenze.