Lucchini, piano industriale entro il mese
(da Il Piccolo del 6 luglio 2010)
«Continueremo a garantire e monitorare l’attività produttiva e la tenuta dei posti di lavoro». Lo ha affermato ieri Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega alle gestione delle vertenze delle aziende in crisi alle rappresentanze sindacali del Gruppo Lucchini.
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Stefano Borini, Umberto Salvaneschi e Vincenzo Timeo, segretari triestini di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm accompagnati anche da Franco Palman delle Rsu di Servola lo hanno ascoltato con apprensione. «Ho posto una domanda sul futuro dello stabilimento triestino – riferisce Timeo ““ ma non ho ottenuto risposta nemmeno dal presidente del Gruppo Lucchini, Marcello Calcagni».
La convocazione al ministero è stata fatta per comunicare ai rappresentanti dei lavoratori quanto tutti già sapevano: il passaggio del 50,8 per cento delle quote azionarie dalla Severstal, proprietaria del Gruppo Lucchini, a Alexey Mordashov, azionista di riferimento. Alla riunione era stato invitato anche il presidente della Regione Renzo Tondo ma, impegnato a Trieste con il ministro Maroni, non si è presentato, né ha inviato suoi rappresentanti. Il Governo ha comunque riconvocato tutti per il 29 luglio. «Entro quella data – ha spiegato il sottosegretario Saglia – il Gruppo Lucchini dovrà presentare un piano industriale per garantire il mantenimento e il consolidamento della presenza dell’azienda in Italia».
I responsabili della Lucchini hanno affermato che entro ottobre avranno chiuso un accordo con le banche per la rinegoziazione del debito. Le banche hanno deciso di esaminare di nuovo a fondo la situazione del gruppo siderurgico alla luce del recente passaggio delle azioni. Gli istituti interessati, Mps, Unicredit, Banco Popolare, Bpm e Intesa, avrebbero accolto con qualche stupore il passaggio di quote che complica la decisione sul sostegno futuro delle stesse banche al Gruppo. «Il Governo – ha affermato ieri Saglia – terrà presente la validità del progetto che presenterà Lucchini e la solidità finanziaria del soggetto industriale».
«Siamo estremamente preoccupati per molteplici ragioni – ha commentato Timeo – intanto perché dubitiamo che questa scadenza di ottobre potrà essere rispettata e poi perché a Trieste la situazione di incertezza si sta aggravando: la Regione ha riaperto la procedura di Autorizzazione integrata ambientale e il Tavolo del Comune per la riconversione si è di fatto bloccato».
Secondo i sindacati il passaggio delle quote a Mordashov aprirebbe la strada per la vendita definitiva a un fondo d’investimenti che alla fine metterebbe in liquidazione tutto il Gruppo: tutto ciò ancora prima della comunque certa dismissione dello stabilimento di Servola programmata tra il 2013 e il 2015.(s.m.)