Sanità , più programmazione per far tacere i campanilismi
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«Se ci fosse stata meno ambiguità e più programmazione, a partire dal Piano socio-sanitario regionale, non saremmo arrivati a questo punto ““ prosegue
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o sulla logica dei tagli, ma su una vera programmazione. E sulla consapevolezza che le eccellenze non sono proprietà di un singolo territorio, ma un patrimonio di tutto il servizio sanitario regionale: è per questo che vanno valorizzate, non annacquate in una logica di accorpamenti che appare priva di qualsiasi strategia e rischia di scontentare tutti. Quanto all’irrinunciabile obiettivo di dare risposte e servizi omogenei a tutti i cittadini della regione, va perseguito definendo una volta per tutte i livelli minimi di assistenza socio sanitaria validi e investendo sui servizi territoriali: una politica virtuosa, questa, perché consentirebbe di contenere nel tempo la spesa sanitaria, attualmente sbilanciata sugli ospedali a scapito del territorio».