Sincovich:
Ringrazio, a nome del Tavolo della Pace di Trieste, i cittadini, le Associazioni, i Partiti, i militanti sindacali che oggi hanno voluto qui ribadire con la loro presenza che Trieste,
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Trieste crocevia di molti dolori nella storia, si batte per la pace e la salvaguardia dei popoli.
L’intervento che segue evidenzia i punti sui quali tutti i soggetti intervenuti hanno convenuto.
“Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro?
Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta? ”
Sono queste le domande che aprono l’appello della Tavola nazionale della Pace di Assisi, ma sono anche le domande che molte persone si pongono in cuor loro in queste ore.
Sembrano domande banali e scontate ma nella loro semplicità ripropongono a tutti noi, a tutti i cittadini, l’essenza dei problemi che stanno nella drammatica vicenda di popoli a Gaza.
E’ necessario dire basta!
Basta con l’uccisione di bambini, di donne, di cittadini inermi!
Basta con le sofferenze fisiche, visibili, e quelle psicologiche, invisibili ma altrettanto terribili.
Basta con le rappresaglie reciproche che hanno l’unico scopo di giustificare l’uso delle armi.
Basta con i muri fisici, politici, economici, sociali, che perpetuano all’infinito l’odio e la separatezza dei popoli e mantengono in piedi l’elite dei dirigenti.
Da subito!
E’ necessario fermare la guerra; è necessario far tacere le armi perché ogni vita salvata è un risultato per chi ha cuore ed umanità .
E’ evidente che il popolo palestinese di Gaza vive sofferenze indicibili, per questo chiediamo l’immediata interruzione dei bombardamenti e delle operazioni militari, con il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza.
Siamo qui per dire basta ai morti, siamo qui per parlare anche con chi qui non c’è, per chiedere a TUTTI se quanto sta accadendo è accettabile. Siamo qui per scuotere un opinione pubblica distratta, spesso disinformata, forse presa dagli affanni quotidiani.
E’ necessario che, da questa piazza, da tutte le piazze, salga un richiamo forte ai potenti, ai Governi, a chi ha la responsabilità nella comunità internazionale, che quanto sta accadendo è inaccettabile, che è necessario il rispetto delle risoluzioni dell’ONU, che ci sia un ruolo attivo dell’ONU, anche attraverso una forza di pace internazionale, che vi sia l’invio di osservatori internazionali per la verifica del mantenimento della tregua.
Peraltro, è urgente l’istituzione di un corridoio umanitario per il soccorso alla stremata popolazione di Gaza.
Sono evidenti in questi giorni le difficoltà dell’ONU, dell’Europa e in particolare il silenzio del Governo Italiano, tutti impegnati in estenuanti e bizantine discussioni diplomatiche, da cui emerge ancora di più la necessità di rompere l’attuale status quo che di fatto è la via della guerra.
E‘ necessario trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla spirale di violenza che sta brutalizzando i popoli; perché ciò possa realizzarsi, serve cambiare gli atteggiamenti delle istituzioni internazionali e dei Governi europei.
Serve costruire una vasta iniziativa di sensibilizzazione dal basso chiedendo a tutti i giovani, donne, uomini, associazioni, sindacati, Enti locali, scuole, Chiesa e forze politiche di fare la loro parte, di non essere complici della logica della guerra ma tutti insieme diventare costruttori della pace.
Non può che essere così se vogliamo nasca un’altra via, che si affronti seriamente la questione palestinese/israeliana e che si inauguri sul serio una stagione di pace in Palestina.