Antifascismo e memoria, la testimonianza di Adelmo Cervi

«Ripercorrere le vicende che portarono all’uccisione dei sette fratelli Cervi è l’occasione per tornare con la memoria a un periodo storico atroce e per riflettere, in primis con le giovani generazioni, sulla necessità di preservare ogni giorno quella libertà e quella democrazia che ci sono state restituite dalla lotta di Liberazione». Il segretario generale della Cgil Trieste Massimo Marega e il presidente provinciale dell’Anpi Fabio Vallon spiegano così le ragioni della visita a Trieste di Adelmo Cervi, figlio di Aldo, il terzo dei sette fratelli partigiani fucilati a Reggio Emilia dai repubblichini il 28 dicembre 1943.
Arrivato in città su invito del Comitato 5 Aprile, che ha tra i suoi soci promotori la Cgil e l’Anpi, Adelmo Cervi ha parlato del suo libro “I miei sette padri”, dedicato alla tragica storia dei fratelli Cervi. Dopo gli incontri di oggi alla scuola media Stock (al mattino) e al centro culturale Anton Ukmar di San Dorligo (nel pomeriggio), alla presenza di Marega e del sindaco Alessandro Coretti, altri appuntamenti attendono Cervi, tra i quali anche un nuovo incontro con gli studenti, venerdì mattina alle 8 nella palestra della scuola De Tommasini di Opicina.

Adelmo Cervi tra Massimo Marega Marina Sessich dell’Anpi Trieste
Nella foto di copertina con Marega e Cervi c’è il sindaco di San Dorligo Alessandro Coretti. Sotto: altri momenti dell’incontro e la foto dei fratelli Cervi con i genitori e le sorelle, riprodotta nella copertina di “I miei sette padri”