Ancora nubi su Pasta Zara: preoccupazione anche a Muggia

A causa di un calo di valore della produzione, passata dai 18 milioni di euro di giugno ai 13,5 scarsi di agosto, si fa nuovamente nebuloso il futuro di Pasta Zara: la proprietà  ha chiesto infatti la cassa integrazione per una cinquantina di dipendenti, addetti a mansioni amministrative, che operano nello stabilimento di Riese Pio X, ricevendo il no di Cgil e Uil, presenti in azienda nella cittadina del trevigiano. 
Massimo Marega, segretario provinciale della Cgil a Trieste, che ovviamente opera a contatto con i colleghi di Treviso, spiega: «La Cgil non può dare l’assenso, innanzitutto perché mai in passato si è parlato di cassa integrazione. In secondo luogo perché è saltato, causa mancata conferma da parte della Pasta Zara, l’incontro previsto per il primo ottobre, perciò ora stiamo valutando la situazione alla luce di questa novità ».
La proprietà  di Pasta Zara per ora non ha formulato richieste su Muggia. dove del resto operano circa 150 dipendenti, con una grande maggioranza di addetti ai macchinari e alla produzione. Ma è ovvio che anche a Trieste la preoccupazione sia comunque molto diffusa e la notizia ha provocato allarme fra le maestranze. Marega però a questo punto è pessimista anche in relazione a un’altra questione: «Era stata fissata la data dell’8 ottobre per la presentazione del piano industriale. A questo punto, vista la svolta della richiesta di cassa integrazione, ritengo molto più probabile che la proprietà  chieda di poter andare in proroga per altri sessanta giorni. Interesse di qualcuno per l’azienda? Vigileremo perché chiunque si presenti offra totali garanzie sul piano finanziario e produttivo».