Cgil lancia l’allarme al Comune: Welfare, serve altro personale
La Cgil Funzione pubblica, attraverso le parole di Virgilio Toso, Rossana Giacaz e Paolo Taverna, lancia un grido di allarme per il futuro di un ambito molto delicato del welfare cittadino: «I servizi sociali del Comune di Trieste hanno un drastico bisogno di nuova linfa. Avanti di questo passo i lavoratori rischiano di non farcela più. Gli assistenti sociali dovrebbero essere 70 e sono 50. Servono 10 educatori e sono 5. I coordinatori educativi dovrebbero esser 6 e sono tre. E manca molto personale amministrativo. Una situazione che pesa in modo determinante sull’operatività di servizi che occupano un quinto del bilancio comunale».
«Le carenze di organico operativo – spiega in particolare Toso – rendono difficile mettere in campo i servizi, quelle di personale amministrativo provocano l’impossibilità di verifica per quegli stessi servizi. Parliamo di appalti per milioni di euro».
Un altro ambito in difficoltà sono i servizi per i disabili: «Anche qui manca l’organico. Si tratta di un settore ampio con convenzioni per oltre tre milioni l’anno, che spazia dai servizi territoriali a quelli residenziali ed educativi. E anche l’area dedicata ai minori è in difficoltà : non si riesce a ottemperare a tutti i mandati. A trarne nocumento non siamo noi o il tribunale, ma le persone stesse. La situazione è quella di un’area che si regge soltanto grazie all’abnegazione di chi ci lavora, ma non può andare avanti così per sempre».
Ecco le richieste della Cgil al Comune: «Noi chiediamo che si attivino con forza per mettere l’area in condizione di operare. Il che significa assumere almeno 5 nuovi assistenti sociali e nuovo personale amministrativo, le cui funzioni al momento sono svolte da dipendenti con qualifiche diverse o inferiori. Esistono deroghe ai blocchi sulle assunzioni. La giunta l’ha chiesta per l’area educazione dell’assessore Grim, segretaria del Pd, può farlo anche per quella dei servizi sociali».