Corteo antifascista, una voglia di partecipazione che pretende risposte dalla politica

La straordinaria partecipazione alla manifestazione
antifascista di sabato scorso è un risultato sul quale la città  ha bisogno di
riflettere. I moltissimi giovani, gli anziani, le donne e gli uomini che hanno
sfilato per la città  meritano rispetto e attenzione, perché hanno difeso la
loro città , deturpata da un corteo ““ quello organizzato da Casapound ““ che
richiamava in maniera chiara i periodi più bui della storia. Una partecipazione
vasta dalla regione e da tutta l’Alpe Adria, con la presenza delle Camere del
Lavoro Cgil e delle sezioni Anpi. Per Trieste, per le vicende che questo
territorio ha vissuto, quello di Casapound era un oltraggio che andava respinto
attraverso la forza democratica della partecipazione. 
Il grande lavoro che è stato fatto all’interno
dell’assemblea antifascista, antirazzista e antisessista è espressione di
appartenenze articolate e passioni individuali: l’intento, raggiunto, era di
creare uno spazio unitario, democratico e pacifico, che favorisse la massima
adesione. La Cgil, l’Anpi e molti altri soggetti collettivi e individuali hanno aderito e lavorato con convinzione a questo progetto.
Chi ha vissuto la manifestazione si è sentito parte di una
comunità , di un popolo che si ritrova nei valori democratici della solidarietà ,
dell’uguaglianza e del rispetto. Persone stanche di sopportare uno scenario
generale che tende a creare divisioni, paure ed incertezze e che trova, anche in
questo territorio, rappresentanti politici pronti a cavalcare ed accentuare la
paura anche solo per scopi elettorali. Non sono certo poche note stonate, legate a protagonismi
individuali che stridono con le decisioni dell’assemblea, a poter intaccare il
risultato straordinario del 3 novembre. Manifestazione riuscita grazie anche all’impegno
e alla professionalità  delle lavoratrici e dei lavoratori delle forze dell’ordine.
Fatte queste precisazioni, scontate ma doverose, riteniamo
che quel corteo e quella piazza abbiano espresso con il cuore e la testa un
bisogno largo e diffuso a cui la classe dirigente di questo territorio deve
impegnarsi a rispondere: non provi a reprimerlo con banalizzazioni scontate! Noi,
per quanto ci attiene, ci impegniamo a dare seguito a tutte le iniziative
possibili per tradurre quei sentimenti in azione sociale e politica, assieme ai
soggetti che hanno animato il corteo antifascista.

Michele Piga, segretario generale Cgil Trieste