Crisi Burgo, rassicurazioni su rilancio produttivo e occupazione
Michele Piga, segretario della Cgil di Trieste, che assieme a Giuseppe Berardi (Cisl) e Luca Mian (Uil) ha partecipato al primo incontro con il proprietario della cartiera di Ferrara Giulio Spinoglio sulla questione Burgo, ha sottolineato che gli 87 esuberi Burgo saranno ricollocati nella newco (la nuova società da costituire) «in continuità di condizioni normative e salariali, senza job act». Sembra dunque che il confronto fra il proprietario della cartiera di Ferrara Giulio Spinoglio e i sindacati, per cercare di rilanciare metà Cartiera del Timavo, sembra ben avviato. Nel primo incontro ufficiale, svoltosi a palazzo Ralli nella sede confindustriale triestina, è stato impostato un programma di massima per l’auspicabile riconversione in un anno dell’ormai celebre “linea 2” chiusa da Burgo tre anni fa. Impegni che andranno codificati su apposito protocollo entro metà marzo.
Il primo significativo atto dovrebbe essere la costituzione di una nuova società che nella fase iniziale verrà partecipata al 100% dalla Cartiera di Ferrara. Poi, in seguito, entreranno Friulia e – con una quota del 3,5% – la stessa Burgo, che continuerà a condurre la “linea 3”. Intanto si provvederà a concretizzare le trattative con Mediocredito Fvg e con Invitalia (Mise) per la parte finanziaria. Tra maggio e giugno, ci sarà la richiesta dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia): fra l’altro la Regione ha già concesso disco verde sull’impianto di pirogassificazione. Sul versante occupazionale, Spinoglio ha detto che 30 degli 87 licenziati andranno a Ferrara per un primo ciclo formativo. Ma l’impegno dell’imprenditore è di assumere tutti i licenziati da Burgo entro la primavera 2020. Ovviamente alle parole dovranno seguire i fatti.