Forestali, una risorsa sfruttata poco e male
Cgil e Legambiente, il 13 aprile scorso, hanno formalizzato in un’assemblea pubblica la proposta di individuare sedi e percorsi utili ad affrontare il tema dello sviluppo compatibile con l’ambiente, della green economy e e dei green jobs, ritenendo mature la tecnologia e le professionalità per realizzarli. Nelle proposte si sono individuate diverse possibilità di generare energia pulita tra le quali l’utilizzo del territorio, la manutenzione dei boschi. Una delle condizioni per utilizzare questa fonte di energia alternativa è la tutela del patrimonio forestale: con questa premessa riteniamo di condividere il malcontento dei guardiacaccia e delle guardie forestali del Fvg, conseguenza dell’aumento di norme e disposizioni amministrative che ostacolano le loro attività di tutela del patrimonio pubblico qual è la fauna (572 specie diverse in FVG), la flora (3.388 specie) e gli habitat naturali.
Ambientalisti, cacciatori, agricoltori, amministratori, sindacalisti, giornalisti, e tanti cittadini da tempo denunciano la necessità di riorganizzare con maggior efficienza ed efficacia la vigilanza
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sulla fauna e sull’ambiente. In Italia, secondo i dati Istat più recenti, siamo la regione con il più basso numero di guardiacaccia in rapporto al territorio. Sul campo sono impegnati poco più di una quarantina di operatori, che svolgono vigilanza ittico-venatoria tutelando l’incolumità pubblica, controllando cacciatori, allevatori, bracconieri e commercianti senza scrupoli, recuperando fauna selvatica in difficoltà o morta, partecipando ai monitoraggi sanitari degli animali, gestendo i problemi relativi ai danni provocati dalla fauna selvatica e dai cacciatori, partecipando a progetti di monitoraggio scientifico e svolgendo attività di educazione ambientale .
Come se non bastasse, questi quaranta operatori, sparpagliati su un territorio di oltre
Al fine di razionalizzare le risorse disponibili, da anni
A tutt’oggi nulla è stato fatto, anzi nella primavera del 2009 è stata votata in Consiglio regionale una legge sulla polizia locale che omologa i guardiacaccia ai vigili urbani, parificandoli nei ruoli, nelle funzioni, nelle assunzioni, nella formazione. Attualmente sono in preparazione i regolamenti attuativi che rendono ancora più stretta e paradossale questa parificazione.
Tali scelte stanno allontanando sempre più i guardiacaccia dai compiti per cui sono stati assunti e formati, lasciando quasi incustodito il patrimonio faunistico e i loro ambienti naturali. Gli agricoltori, i cacciatori, le imprese e i cittadini vengono lasciati sempre più soli a gestire la complessa convivenza tra gli animali e le attività umane, garantendo invece l’impunità a chi vuole svolgere le attività illecite che distruggono il nostro patrimonio naturale.
A tutela dei lavoratori, dei cittadini e del patrimonio ambientale,
Antonio Saulle, segreteria Cgil Trieste