Infermieri dipendenti al lavoro fuori orario nel privato? Secco no della Cgil
La proposta dell’Ordine professionale degli infermieri di Trieste di consentire ai dipendenti del sistema pubblico di lavorare fuori orario nel privato. Ha trovato la sonora bocciatura da parte della Cgil. Orietta Olivo e Virgilio Toso, rispettivamente segretaria regionale e segretario provinciale triestino della Cgil Funzione pubblica, si dicono addirittura esterrefatti della proposta e la bocciano senza appello: «Il problema del turnover nel privato – afferma Toso – lo risolvi dando condizioni contrattuali e salariali dignitose. Esiste una criticità simile per gli oss ed è fondamentale, per entrambe le categorie, parificare i livelli salariali». «La proposta è inattuabile – afferma la Olivo – anche perché nel pubblico continua ad esserci una importante carenza di personale e già oggi gli operatori hanno ferie non godute, turni extra e spesso sono richiamati in servizio. Questo avviene sia in ospedale che sul territorio. Non penso, inoltre, il pubblico debba sopperire alle carenze delle realtà private le quali, è doveroso ricordarlo, praticano dumping contrattuale. La soluzione è un contratto di sistema per chi opera nel comparto sanitario e sociosanitario. Alcune cooperative, inoltre, adottano contratti non riconosciuti dalla Cgil, poi non si possono stupire se le persone se ne vanno». Ricordiamo che il 16 settembre è stato inoltre programmato lo sciopero del comparto privato a seguito del mancato rinnovo contrattuale, uno stallo che va avanti da 14 anni.