La Cgil chiede più vigilanza per i minori assistiti
«Bastano i soldi impiegati dal Comune per mantenere a livelli dignitosi la proposta educativa, gli ambienti di vita e la qualità della vita di bambini e ragazzi? È poco, quel denaro, oppure è molto e speso male? Come sono finiti i progetti alternativi sui quali sono state asseritamene dirottate le risorse risparmiate, dal
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il giorno dopo la notizia in merito ai controlli delle Procura dei minori sulle condizioni igieniche all’interno delle case famiglia.
Il sindacato non entra nel merito alla situazione pesantissima che il sostituto procuratore dei minori Valentina Bossi ha sintetizzato così in una lettera ufficiale: «da quanto emerge le comunità non sono in grado di garantire nemmeno i più elementari requisiti igienici». Ma apre un ragionamento politico. «La notizia del ritrovamento dei topi crea allarme, ma non aiuta a ragionare. Ci si chiede e lo si sarebbe potuto chiedere all’assessore: e prima dei topi? Se davvero si è giunti al topo in dispensa, quali monitoraggi sono stati fatti prima di arrivare a quel punto?».
Secondo il sindacato non si parlava di comunità educative da quando il Comune «aveva chiuso, nell’agosto 2005, le due che gestiva direttamente». Una battaglia che rimanda ai lunghi mesi di trattativa, i tentativi di conciliazione in Prefettura, l’occupazione degli spazi attigui alla «Sala Matrimoni», oltre alla raccolta di 4000 firme.
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