La Cgil denuncia: inaccettabile la gestione degli appalti dell’Insiel
La Cgil denuncia lo «scandalo» dell’Insiel, l’azienda informatica regionale che fornisce da sempre i servizi alla pubblica amministrazione, accusando che ci sono lavoratori «costretti a prestare la loro manodopera a 5 euro e sei centesimi all’ora lordi con un contratto di tempo indeterminato». Per la Cgil la causa risiede nell’appalto dei servizi di portierato che è passato ad un’altra azienda «senza clausole sociali e di mantenimento». La Cgil, che si muove di concerto con la Fiom e la Filcams, non può accettare questo stato di cose e va all’attacco dell’Insiel: «Dopo tanti proclami – dicono Adriano Sincovich, Alexander Vecchiet e Antonella Bressi – la gestione dell’Insiel si dimostra spietata come una multinazionale nella gestione degli appalti e dei dipendenti che prestano i loro servizi. Nonostante le cifre destinate ai manager dell’Insiel a titolo di premio, cifre che arrivano anche a decine di migliaia di euro, e fantasiosi quanto inutili corsi di formazione sui “social network” destinati a vaste platee di tecnici, la società decide di risparmiare sui servizi ceduti in appalto. La Cgil, di concerto con la Fiom e la Filcams, reputa inaccettabile questa gestione dei contratti e coinvolgerà la proprietà per risolvere il problema che non riguarda il singolo caso ma rientra nel campo più vasto della gestione degli appalti pubblici. Chiediamo che tutte le aziende pubbliche partecipate adottino un modello condiviso con i rappresentanti dei lavoratori di gestione degli appalti al fine di evitare drammatiche ricadute occupazionali». La Cgil di Trieste chiederà un incontro con la Regione «per iniziare questo percorso virtuoso che deve essere obiettivo comune che riguarda il rispetto per tutti i lavoratori».