Linea produttiva della Stock rischia il trasferimento
Una delle tre linee di produzione dello stabilimento Stock rischia di essere trasferita all’estero (non è dato sapere in quale delle altre due fabbriche del gruppo, se in Polonia o nella Repubblica ceca). Quanto si temeva alcuni mesi fa, dopo lo spostamento a Milano dell’ufficio commerciale, pare dunque trovare riscontro, anche se non sono ancora noti i contenuti del piano industriale.
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In proposito, dopo che la scadenza di fine marzo è trascorsa senza che nulla accadesse, la presentazione del piano ai sindacati è ora prevista verso la fine della prossima settimana.
«Sul trasferimento di parte della produzione non c’è nulla di ufficiale ““ precisa Fulvio Marchi (Flai-Cgil) ““ ma abbiamo forti indizi secondo i quali la linea produttiva del Limoncé verrebbe spostata all’estero. Paradossalmente questa linea era la più sicura, in quanto legata a un prodotto con connotazioni mediterranee, per il quale l’essere “made in Italy” è un valore aggiunto».
Dei 35 dipendenti dello stabilimento di via Caboto (38 operai e 15 impiegati), una dozzina rischia quindi di diventare in esubero. Ogni linea occupa infatti circa dodici persone (le altre due linee producono rispettivamente vodka e brandy), mentre sono 15 le persone impiegate nell’attività logistica e di spedizione.
La possibilità di un ulteriore depauperamento dello stabilimento di Trieste non trova riscontro alla Regione, che negli ultimi mesi ha avuto alcuni incontri con i vertici di Stock Italia sui nodi dell’attività produttiva e della sede legale. «L’azienda non ha mai parlato di trasferimenti di linee produttive ““ sottolinea l’assessore al Lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen ““ ma invece di ammodernamento. Da parte nostra ““ aggiunge ““ continuiamo a muoverci con gli obiettivi di conservare a Trieste l’attività produttiva e la sede legale, secondo quanto l’azienda ha assicurato al sindaco nell’incontro di metà febbraio».
Proprio oggi, intanto, sul caso Stock l’assessore Rosolen incontrerà le Rsu dello stabilimento e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil.
da Il Piccolo