Morti sul lavoro: l’allarme di Cgil, Cisl e Uil

In Italia si continua a morire di lavoro negli stessi modi di 40 anni
fa. È l’allarme lanciato dai sindacati nella giornata di ieri con
la conferenza stampa presso la Cassa Edile di Trieste e il flash mob
in Piazza Vittorio Veneto. Da
anni Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal UIL denunciano su tutto il
territorio nazionale le problematiche legate agli infortuni gravi e
mortali nel settore dell’edilizia.
Le
iniziative di ieri sono state promosse in solidarietà  dei lavoratori
di Trieste e Torino vittime di incidenti sul lavoro e per ribadire la
necessità  di portare il tema della salute e sicurezza sui luoghi di
lavoro al centro dell’agenda di governo. Formazione
insufficiente, carenza di controlli da parte dell’ispettorato del
lavoro e dumping salariale sono elementi determinanti in questo
senso. Problematiche paradossalmente aggravate dai recenti
investimenti legati al PNRR e in particolare al bonus 110%, che hanno
portato come naturale conseguenza a un’espansione frettolosa
incontrollata del comparto edile. Si
sono infatti moltiplicate le “finte” partite iva e i cantieri
irregolari: stando ai dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro:
il 90% dei cantieri non rispetta le normative in materia di salute e
sicurezza. Stando ai dati ISTAT, da gennaio a ottobre 2021 si sono registrate 1017
incidenti mortali, 448.110 infortuni e 45.395 patologie di origine
professionale. A
Trieste gli effetti dei bonus legati al PNRR si vedono in maniera
evidente rispetto alle altre province del Friuli Venezia Giulia: per
questo motivo i sindacati hanno un aperto un tavolo di confronto con
la Regione su legalità  e codice degli appalti, con l’obiettivo
dichiarato di fare luce sulle situazioni di irregolarità  e di
individuare le responsabilità  delle istituzioni e delle aziende.