Primo Maggio: oltre 3mila in corteo a Trieste. Con la Cgil tante associazioni

Grande successo e oltre 3mila partecipanti al corteo di Trieste, gestito dalla sola Cgil che ha voluto dar spazio al mondo associativo per un Primo Maggio plurale e partecipato. Un richiamo che ha riscontrato tantissime adesioni: nel corteo partito da Piazza San Giacomo, al quale in Piazza Garibaldi si sono aggiunti i pensionati, c’è stata infatti una larga presenza, oltre che di studenti e di partiti, anche di associazioni rappresentative del mondo legato alle realtà che si occupano di immigrazione, marginalità, sanità e diseguaglianze sociali. L’arrivo in piazza Unità ha visto in testa Marco Cavallo, simbolo degli ultimi e degli esclusi. Dal palco hanno parlato sindacalisti ed esponenti delle associazioni, fino al comizio conclusivo di Massimo Marega, segretario generale della Cgil Trieste (qui il suo intero intervento).

«Noi abbiamo scelto di essere qui assieme a tutte le associazioni – ha detto Marega nel suo intervento – per rimettere al centro il lavoro, la nostra Costituzione e ridare centralità al tema della persona». Un intervento a largo raggio che ha trattato di Europa, diritti, pace, lavoro, sicurezza, giustizia sociale, sanità, scuola e fisco, senza trascurare i temi della città e del Governo locale sordo al confronto.

«Oggi più che mai – ha sottolineato il segretario generale della Cgil di Trieste – abbiamo bisogno di ripartire da un concetto di solidarietà diffuso e da un sistema di valori coerenti con i principi della nostra costituzione, in ambito lavorativo, come nella vita comune. E abbiamo voluto come Cgil ripartire dai valori della nostra Costituzione ripartendo dalla via maestra e dall’applicazione vera dei valori fondamentali della medesima, perché è il momento che le persone riprendano la parola e partecipino». Marega ha ricordato anche l’imminente battaglia referendaria, per chiudere poi spiegando la presenza di Marco Cavallo: «Dobbiamo ridestare un pensiero critico antitetico ad un’idea di società chiusa che vede sempre nell’altro un nemico, un’azione collettiva e organizzata che riporti le persone anche a sognare esattamente come seppe fare Basaglia, perché Marco Cavallo che è oggi con noi in piazza, è un cavallo di troia in cui dentro noi possiamo trovare il tema della libertà (allora negate) e il riconoscimento della dignità».