Crisi nell’industria, la politica deve intervenire

Le possibili gravi crisi occupazionali nel settore industriale triestino, in particolare nella Flex e nella Wärtsilä, preoccupano i sindacati triestini. Tanto che Marco Relli, segretario della Fiom Cgil, denuncia: «Ogni anno un migliaio di persone lascia Trieste per cercare lavoro altrove. Pensare che l’economia del territorio possa basarsi solo sul terziario e ignori la prospettiva industriale è un grave errore». Le tre sigle dei metalmeccanici hanno inquadrato le situazioni industriali ritenute più preoccupanti: soprattutto Wärtsilä e Flex, per alcuni versi Arvedi, tutti tavoli aperti al ministero dello Sviluppo economico, che non risponde alle richieste di incontro avanzate dalle segreterie nazionali dei sindacati. Sindacati che ribadiscono: «La politica, le istituzioni, in particolare la Regione Fvg non possono far finta di niente». Sulla Wartsila in particolare, Reali avverte: «Attenzione perché se a Bagnoli resta solo il “service”, significa che il 50% dell’occupazione, cioè 480 persone, va a casa. Senza parlare dell’indotto». 
Fondati timori nel presente per la Flex sita in strada di Monte d’oro, che ha perso l’appalto dei contatori Enel. Ai primi di giugno scadrà  la Cassa integrazione e sarà  chiesta una deroga: l’ammortizzatore sociale coinvolge, in varie modalità , il 30% di un organico che, compresi i lavoratori somministrati, occupa circa 580 unità . E poi c’è la Ferriera, che sta avendo un forte rallentamento amministrativo sui vari passaggi burocratici inerenti alle aree, dalla sdemanializzazione alla concessione della banchina. Rallentamento che significherà  un altro anno di Cassa integrazione e che porterà  a 36 mesi il ricorso all’ammortizzatore sociale per una cinquantina di dipendenti. L’appello dei sindacati è quindi rivolto alle pubbliche amministrazioni coinvolte, affinché le procedure autorizzative possano avere un’accelerazione.