L’allarme dello Spi: «Sanità  pubblica a rischio»

È stato Adriano Sincovich, segretario dello Spi Cgil di Trieste, ad aprire i lavori della prima assemblea cittadina proposta dal Coordinamento per la difesa della sanità  pubblica, che si è svolta lunedì 11 aprile al Teatro Miela, dando così il via a un percorso di partecipazione che coinvolge le associazioni del settore, i rappresentanti delle istituzioni, le forze politiche e sindacali. Nel suo intervento, Sincovich ha sottolineato l’importanza di potenziare, non smantellare, il servizio sanitario territoriale: un’eccellenza da difendere e non un modello da superare. «Il Coordinamento – ha spiegato – è sorto sulla base di una proposta lanciata il 14 gennaio scorso dai sindacati pensionati, allorquando ci esprimemmo con un giudizio molto critico sui contenuti del nuovo atto aziendale di Asugi. Successivamente è stato elaborato un appello, contenente delle richieste riassunte in dieci punti, sottoscritto da oltre 9.400 persone e indirizzato al presidente della Regione Fedriga. Ci sono alcuni aspetti che riteniamo particolarmente preoccupanti. Il primo è il ruolo sempre più massiccio del privato nella gestione e nell’erogazione dei servizi sanitari: la Regione, negli ultimi due anni e mezzo, ha triplicato i finanziamenti al privato. La seconda è la riscrittura dei compiti dei distretti sanitari: se ne enfatizza la funzione di committenza, chiedendo alla struttura pubblica di comprare le prestazioni. La terza è l’istituzione del Dipartimento per l’assistenza territoriale: una sorta di “super distretto” che avrà  in mano le regie fondamentali dell’interventistica». Il timore quindi è di un depotenziamento di distretti sanitari, centri di salute mentale, microaree e case di comunità .