Esposti all’amianto: l’appello della Cgil: “Garantire a tutti gli stessi vantaggi”

Il segretario della Cgil di Trieste, Michele Piga, lancia un appello sulla questione amianto, preoccupato dal fatto che numero di malati è in aumento e la questione riguarda l’intera provincia di Trieste, da Muggia a Duino Aurisina. Secondo Piga è necessario ripartire con l’iter legislativo che porti a «parificare, sotto il profilo dei benefici previdenziali, tutti i lavoratori esposti all’amianto». Del resto, sottolinea Piga, «nel comprensorio di Trieste e Gorizia c’è un dato epidemiologico in controtendenza rispetto a quello nazionale, per quanto concerne le malattie provocate dall’amianto. Nel nostro territorio il numero degli ammalati sale, mentre nel resto del paese cala. E’ indispensabile che tutti i lavoratori che sono stati a contatto con l’amianto possano avere gli stessi vantaggi». In sostanza, coloro che possono dimostrare di essere in tale condizione maturano 15 anni di contributi ogni 10 di lavoro effettivo. 
Ma Piga ricorda che «nel 2005 è scaduto il termine per poter presentare la relativa domanda e da quel momento ci sono state tante promesse e parole, ma sul piano concreto non c’è stato alcun risultato. Ecco perché la battaglia per la parificazione è più che mai d’attualità ». 
«La giunta regionale – dice inoltre Piga – deve sveltire la procedura che comporterà  l’esenzione dal ticket per le prove che consentono di ottenere il tesserino che certifica l’avvenuta esposizione all’amianto. Inoltre ci sono ancora troppi manufatti, sia scuole sia edifici privati, in generale le costruzioni ante 1982 che possono essere considerate pericolose per la presenza di amianto ed è necessario accelerare l’iter di eliminazione di queste scorie. Se proseguiremo con il passo attuale ci vorranno 80 anni. La battaglia sindacale ha come obiettivo che vittime e superstiti dell’amianto possano chiedere il cosiddetto danno differenziale». Ovvero la differenza fra la somma corrisposta dall’Inail a titolo di indennizzo e la somma che sarebbe spettata al lavoratore ove fossero state applicate le usuali tabelle di liquidazione del danno biologico.