La Fiom: dalla Wartsila una grave azione antisindacale
Sul trasferimento a taranto comunicato dalla Wartsila all’ex funzionario Fiom Sasha Colautti, la Fiom Trieste ha rilasciato un comunicato:
“Oggi 7 giugno
2017 la Fiom Cgil di Trieste è venuta a conoscenza della lettera con la quale
la Wartsila Italia comunicava al collega ed ex funzionario Fiom Sasha
Colautti il suo trasferimento a Taranto a
partire dal 1° luglio e l’impedimento allo stesso di entrare in stabilimento
fin da subito.
Da parte della
Fiom Cgil di Trieste e da parte dell’intera Cgil di Trieste va a Sasha Colautti
e alla sua famiglia la più forte e fraterna solidarietà alla quale, con la
proclamazione immediata dello sciopero, operata dalle Rsu Fiom in Wartsila,
sono già seguiti i fatti.
“Oggi 7 giugno
2017 la Fiom Cgil di Trieste è venuta a conoscenza della lettera con la quale
la Wartsila Italia comunicava al collega ed ex funzionario Fiom Sasha
Colautti il suo trasferimento a Taranto a
partire dal 1° luglio e l’impedimento allo stesso di entrare in stabilimento
fin da subito.
Da parte della
Fiom Cgil di Trieste e da parte dell’intera Cgil di Trieste va a Sasha Colautti
e alla sua famiglia la più forte e fraterna solidarietà alla quale, con la
proclamazione immediata dello sciopero, operata dalle Rsu Fiom in Wartsila,
sono già seguiti i fatti.
Con la
proclamazione immediata dello sciopero la Fiom di Trieste denuncia la gravità assoluta
di questa decisione aziendale che, nella insostenibile genericità delle
motivazioni (mancanza di occasione di ricollocazione dopo il suo recente
rientro dall’aspettativa sindacale) , rappresenta un’azione chiaramente antisindacale.
Ritiene inoltre che un’azione simile rivolta
contro un lavoratore che ha appena terminato la sua aspettativa sindacale suona
come un’aggressione che mina le fondamenta delle libertà sindacali e dei
diritti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavorator”.
proclamazione immediata dello sciopero la Fiom di Trieste denuncia la gravità assoluta
di questa decisione aziendale che, nella insostenibile genericità delle
motivazioni (mancanza di occasione di ricollocazione dopo il suo recente
rientro dall’aspettativa sindacale) , rappresenta un’azione chiaramente antisindacale.
Ritiene inoltre che un’azione simile rivolta
contro un lavoratore che ha appena terminato la sua aspettativa sindacale suona
come un’aggressione che mina le fondamenta delle libertà sindacali e dei
diritti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavorator”.