Poste, no alla privatizzazione: Slc in piazza

La Slc di Trieste stamattina ha partecipato al presidio regionale indetto dai sindacati delle comunicazioni in piazza Unità d’Italia, davanti al palazzo della Prefettura, per dire una volta di più no alla privatizzazione di Poste Italiane La privatizzazione e la svendita di Poste Italiane, che con 130 mila dipendenti rè uno degli ultimi gioielli di famiglia italiani, è una scelta sbagliata, antieconomica e antisociale.
Poste Italiane è un’azienda che svolge una funzione indispensabile e insostituibile, per la sua presenza capillare in ogni piccolo centro del Paese. In alcuni territori è anzi l’unico front-end con i cittadini, in particolare per le fasce più fragili e meno “digitalizzate” come gli anziani.
«Questa operazione – dichiara il segretario generale della Slc Trieste Alessandro Sarti – è puramente finanziaria, volta solo a fare cassa subito con 200 milioni di euro. In questo modo, però, lo Stato farebbe a meno del miliardo di utili che l’azienda produce anno dopo anno con la raccolta del risparmio privato e i molteplici servizi offerti al territorio. Ma allora perché privatizzare? L’altro aspetto che ci preoccupa – sottolinea ancora Sarti – di questa operazione è la tenuta occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori che si vedrebbero transitare da un’azienda che fa utili ad un’azienda privata che offrirebbe molte meno certezze per il loro futuro».