Greenpass, il Prefetto convochi i sindacati
Il Prefetto non giri la testa dall’altra parte e convochi il sindacato confederale: l’urgenza è coniugare subito la necessità di un rilancio della campagna vaccinale e i temi organizzativi e sindacali del mondo del lavoro.
Premesso che come organizzazioni sindacali siamo (in assenza di obbligo per legge approvato dal Parlamento) a favore della campagna vaccinale e della sua sensibilizzazione, siamo fortemente preoccupati per le ricadute che le incongruenze tra l’esigenza di una rapida e larghissima adesione alla campagna vaccinale e un assetto normativo inadeguato ad affrontare le attuali problematiche del mondo del lavoro. La fruizione del servizio mensa nelle imprese e l’estensione del green pass per accedere al lavoro, anche laddove non previsto dal decreto, sta generando confusioni e conflitti che si riversano sui lavoratori e che avranno ripercussioni particolarmente pesanti sulle imprese, sia in termini vertenziali che organizzativi. Per fare chiarezza sulla situazione abbiamo chiesto un incontro al Prefetto di Trieste, Valerio Valenti, assieme alla medicina del lavoro e alla Direzione provinciale del lavoro. A più di una settimana dalla richiesta non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Nella primavera del 2020, in piena prima ondata pandemica, avevamo già sottoscritto con il Prefetto, le istituzioni locali e statali e le imprese un protocollo generale con l’obiettivo di affrontare sul territorio ed in termini omogenei le spinose questioni legate al lavoro e alla gestione della salute e sicurezza: come garantire i servizi essenziali, dunque, tenendo conto delle esigenze sanitarie delle persone che ci vivono.
Riteniamo che le mancanze del Parlamento nell’affrontare chiaramente il tema dell’obbligo vaccinale non possano essere scaricate sui lavoratori, sul sindacato e neppure sulle imprese, né tanto meno possano essere tali da mettere in conflitto il diritto alla tutela collettiva della salute con il diritto del lavoro.
I segretari provinciali Cgil-Cisl-Uil
Michele Piga, Luciano Bordin, Matteo Zorn