Wartsila, proclamato lo sciopero per giovedì 4 agosto
La multinazionale conferma il licenziamento di 450 lavoratori a
Trieste e la risposta unitaria dei sindacati arriva due ore dopo la
conclusione del tavolo di crisi. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm
proclamano una prima giornata di sciopero alla Wärtsilä. I
lavoratori incroceranno le braccia giovedì prossimo 4 agosto in
tutte le sedi italiane dell’azienda. Oltre all’annuncio di otto ore
di sciopero e di una manifestazione cittadina a fine agosto, i
sindacati chiedono un ripensamento e manifestano sfiducia pure sul
futuro dei 513 dipendenti non toccati dai licenziamenti e a cui si
sommano centinaia di lavoratori dell’indotto. Per questo le sigle
prospettano la nazionalizzazione dello stabilimento e proclamano
intanto una giornata di scioperonei siti Wärtsilä di Trieste,
Genova, Napoli e Taranto, fra cui quello giuliano occupa la maggior
parte dei dipendenti italiani della compagnia. La Fiom nazionale
definisce «gravissima la decisione dell’azienda». Per Luca
Trevisan, «si fa scempio del patrimonio industriale e professionale
del sito di Trieste, pregiudicando la presenza della multinazionale
nelle basi di Genova e Napoli. La multinazionale respinge le
disponibilità avanzate dal governo per un rafforzamento dei legami
produttivi, tecnologici e commerciali, sia nel settore civile che in
quello militare. Ci batteremo per salvaguardare l’occupazione e la
continuità produttiva del sito». Michele Piga, segretario
provinciale della Cgil, invoca «un piano B» basato sul salvataggio
pubblico ed evidenzia che «risultano offensivi e fittizi i tentativi
di mitigare queste scelte di fronte a una scelta così grave, che
investe oltre mille lavoratori del nostro territorio».
Trieste e la risposta unitaria dei sindacati arriva due ore dopo la
conclusione del tavolo di crisi. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm
proclamano una prima giornata di sciopero alla Wärtsilä. I
lavoratori incroceranno le braccia giovedì prossimo 4 agosto in
tutte le sedi italiane dell’azienda. Oltre all’annuncio di otto ore
di sciopero e di una manifestazione cittadina a fine agosto, i
sindacati chiedono un ripensamento e manifestano sfiducia pure sul
futuro dei 513 dipendenti non toccati dai licenziamenti e a cui si
sommano centinaia di lavoratori dell’indotto. Per questo le sigle
prospettano la nazionalizzazione dello stabilimento e proclamano
intanto una giornata di scioperonei siti Wärtsilä di Trieste,
Genova, Napoli e Taranto, fra cui quello giuliano occupa la maggior
parte dei dipendenti italiani della compagnia. La Fiom nazionale
definisce «gravissima la decisione dell’azienda». Per Luca
Trevisan, «si fa scempio del patrimonio industriale e professionale
del sito di Trieste, pregiudicando la presenza della multinazionale
nelle basi di Genova e Napoli. La multinazionale respinge le
disponibilità avanzate dal governo per un rafforzamento dei legami
produttivi, tecnologici e commerciali, sia nel settore civile che in
quello militare. Ci batteremo per salvaguardare l’occupazione e la
continuità produttiva del sito». Michele Piga, segretario
provinciale della Cgil, invoca «un piano B» basato sul salvataggio
pubblico ed evidenzia che «risultano offensivi e fittizi i tentativi
di mitigare queste scelte di fronte a una scelta così grave, che
investe oltre mille lavoratori del nostro territorio».