Convegno della Cgil Trieste sui 50 anni della Medicina del lavoro

Venerdì 26 gennaio la Cgil di Trieste ha organizzato un convegno denominato “Al giro di Boa ““ 50° Anniversario Medicina del Lavoro” per riunire sindacati e istituzioni e ripercorrere mezzo secolo di Medicina del lavoro, dall’esperienza sindacale degli anni Settanta all’istituzione del Sistema sanitario nazionale con la legge 883/78. Anni caratterizzati da passione, scioperi, manifestazioni e sperimentazioni per mettere a punto misure in tema di sicurezza e salute. Di tutta quell’esperienza partecipata, però, ora rimane poco, in particolare da dopo la pandemia. Un incontro che partito dall’esperienza di alcuni dei protagonisti della storia del Servizio pubblico di Prevenzione, ha ragionato poi sulle nuove tematiche e sui problemi del mondo-lavoro triestino, ovvero la frammentazione dell’assistenza territoriale, l’emersione del lavoro povero e la carenza di personale addetto alla sicurezza dell’impiegato. Il segretario regionale della Cgil Michele Piga ha insistito sulla necessità  di «ristringere, dopo il periodo Covid, i rapporti tra sicurezza e lavoro, che sconta di una carenza di investimenti nei dipartimenti di prevenzione»: in tema di salute dei lavoratori «vanno utilizzati i fondi ex art. 13 della legge 81/08 su progettualità  condivise tra parti sociali e medicina del lavoro».
Lo stesso Piga ha evidenziato che però le criticità  sono più ampie e intersecano il sociale: dalle condizioni contrattuali e salariali inique delle donne impiegate nelle mansioni di cura, più soggette di altri a malattie professionali, alle barriere linguistiche che impediscono ai lavoratori stranieri di frequentare (quando attivati) adeguati corsi di formazione in italiano, rendendo così gli immigrati (spesso irregolari e iper-sfruttati) più vulnerabili agli infortuni sul luogo di lavoro.